“GLI ORIZZONTI SPECULARI” Il vuoto, il pieno, il corpo, il virtuale …

Biblioteca del Comune di Roma Vaccheria Nardi dal 3/03 al 22/03/2016
Presentata dalla giornalista Carla Guidi. Interventi di Massimo De Simoni presidente Associazione “Etica”, Valerio Strinati presidente Università Popolare “A. Gramsci”, moderatrice Tatiana Procacci – Associazione culturale “Parole in Piazza” .

http://www.abitarearoma.net/valter-sambucini-alla-biblioteca-vaccheria-nardi/#.VsTfRObQink

 

 

 

In generale lo specchio rimanda all’occhio ed alla vista, intesi soprattutto come strumento di conoscenza del mondo esteriore ed interiore che in esso psichicamente si proiettano, in particolare in quella forma di specularità simbolica che è la Fotografia, nel suo valore di testimonianza, di indagine ma anche di ricerca di bellezza, un valore estetico-culturale in perenne mutamento.

Gli occhi, definiti popolarmente gli “specchi dell’anima” rivelano spesso il carattere, l’umore e le intenzioni di una persona, tuttavia se lo sguardo viene rivolto esclusivamente all’auto-contemplazione, al compiacimento, può effettuarsi un naufragio nell’effetto fascinoso e narcotico del sembiante narcisistico. In realtà noi non possiamo mai vedere noi stessi interamente, se non nel riflesso che gli altri ci mandano ma illusoriamente completi nello specchio, dove Lacan ha posizionato la nascita dell’Io, mentre Lewis Carroll vi ha inserito una speculazione mentale nel mondo del linguaggio e delle sue deformazioni. Però lo specchio rimane sempre legato al tema del doppio, all’’illusione di accedere ad un mondo Altro, alla divinazione … e secondo molta mitologia popolare, sarebbe in grado di imprigionare l’anima nell’immagine riflessa.

Questa mostra fotografica itinerante di Valter Sambucini affronta l’indagine sulle superfici speculari da un’ottica particolare, evidenziando come, sempre più spesso e soprattutto nelle città metropolitane, queste sostituiscano illusoriamente gli orizzonti naturali dopo aver ingoiato territorio e natura nel cemento. Tutto questo ha un significato antropologico, simbolico, politico e naturalmente delle conseguenze sul vissuto degli abitanti, già avvezzi al virtuale piuttosto che al reale, nelle comunicazioni via web, nelle scelte di vita, nella strategia violenta ed inquietante dell’immaginario, alimentato da un non sopito consumismo onnivoro e narcotico che rimanda, a volte, il simbolico sempre oltre la barriera del fluire dei significanti.
Carla Guidi